Difetti di pronuncia: Marche
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I dialetti rappresentano un’importante risorsa culturale per il nostro paese. Sono sinonimo di tradizioni che bisogna preservare, ma talvolta si rende necessario ridurre la propria inflessione dialettale. Per mantenere una dizione corretta bisogna avere consapevolezza dei propri difetti di pronuncia. In questo articolo tratteremo, nello specifico, degli errori più comuni nelle Marche.
E aperta
Pronuncia è (aperta) nelle forme perchè, mè, trè a Urbino, Pesaro e territori collegati.
O chiusa
Chiusura di o finale in casi del tipo pocu per ‘poco’, e la desinenza –atu per –ato nei participi passati (in particolare ad Ancona)
Passaggio da B a BB
Passaggio di –b– a –bb– in espansione soprattutto nel parlato giovanile, quindi cabbina per ‘cabina’, abbile per ‘abile’
Dittonghi
Uso delle forme non dittongate vole per ‘vuole’, pò per ‘può’, bono per ‘buono’
Gruppo “GL”
Le lettere “gl” seguite dalla vocale I devono essere pronunciate come un unico suono, simile ma non uguale alla doppia L. Nelle Marche, come in altre regioni del Sud Italia, è comune sentir dire fijo invece che figlio, bijetti invece che biglietti. Per pronunciare correttamente il suono della “gli” bisogna appoggiare morbidamente la lingua sul palato ed esercitarsi ripetutamente. Per aiutarvi provate a mettere una L prima del suono GLI.
Esempi: al-glio, fil-glio, famil-glia
Questo permetterà alla lingua di aderire perfettamente al palato, sulla parte centrale, e migliorerà la dizione.
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