Difetti di pronuncia: Abruzzo e Molise
Ancora non sono del tutto spariti, nella denominazione di questa regione, alcuni tratti linguistici che restano segno di una vicinanza tra zone geograficamente molto unite: Abruzzo e Molise.
Non si può infatti trattare l’italiano regionale abruzzese senza accennare al molisano, nel processo di formazione della varietà regionale.
Negli anni Cinquanta-Sessanta, a seguito delle migrazioni che hanno interessato l’area, si è formato il tipo linguistico regionale con tratti fonetici comuni alle varietà dell’italiano meridionale. Vediamo insieme quali sono i principali tratti linguistici dell’Abruzzo e del Molise.
Chiusura delle vocali aperte
Nelle regioni dell’Abruzzo e del Molise prevale una chiusura metafonetica delle vocali toniche medie aperte: è passa a é ed ò a ó nel maschile singolare e plurale.
Esempi: fem. bbèlla, bbèlle – masc. bbégliu bbégli
Pronuncia sorda della Z
Pronuncia intensa e sorda della z originata da tj latina.
Esempio: migrazione->migrazzione
Raddoppiamento fonosintattico
La pronuncia forte di b e g ad inizio di parola e in posizione intervocalica.
Esempi: bbello, sabbato, ggola, cuggino
Gruppo GL
Le lettere “gl” seguite dalla vocale I devono essere pronunciate come un unico suono, simile ma non uguale alla doppia L. In Abruzzo e Molise, come in altre regioni del Sud Italia, è comune sentir dire fijo invece che figlio, bijetti invece che biglietti. Per pronunciare correttamente il suono della “gli” bisogna appoggiare morbidamente la lingua sul palato ed esercitarsi ripetutamente. Per aiutarvi provate a mettere una L prima del suono GLI.
Esempi: al-glio, fil-glio, famil-glia
Questo permetterà alla lingua di aderire perfettamente al palato, sulla parte centrale, e migliorerà la dizione.
Tendenza a invertire ng con gn
Nelle regioni dell’Abruzzo e del Molise si riscontra una tendenza a invertire ng e gn, quindi magnare per ‘mangiare’, spignere per ‘spingere’, vegno per ‘vengo’.
Passaggio da vocale a semivocale
Tendenza a pronunciare come vocali le semivocali i e u talvolta con ritrazione dell’accento (pìede, bùono).
A tonica
Tendenza a pronunciare la a tonica come se fosse una e.
Esempio: mare->mère
Sonorizzazione delle consonanti sorde
In Abruzzo e Molise è caratteristica la sonorizzazione delle consonanti sorde dopo nasale (tratto diffuso in generale nella zona meridionale).
Esempi: tempo->tembo, quanto->quando, conto->condo
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