La ò aperta: regole e variazioni regionali
In questo articolo parliamo di ò aperta, l’argomento della sesta puntata del nuovo podcast di Dizione.it: Dizióne Fàcile.
Esistono delle situazioni (suffissi, particolari categorie di parole con e senza accento grafico riportato) in cui la ⟨o⟩ ha una pronuncia aperta.
Vediamone tre nello specifico.
Parole e forme tronche
Hanno la ⟨o⟩ aperta quelle parole che hanno l’accento grafico sull’ultima sillaba. Questa regola vale sia per i sostantivi e le congiunzioni, sia per le forme al futuro e al passato remoto dell’indicativo:
- falò
- però
- ballerò
- cantò
Suffissi ologo- ogico- omico- ografo
Quando ci troviamo di fronte a parole il cui accento cade su queste terminazioni, la ⟨o⟩ è sempre aperta.
Facciamo degli esempi:
- cardiòlogo
- psicològica
- còmica
- cinematògrafo
Le prime due regole solitamente non sono rispettate nel nord e nel centro Sardegna, in cui si ha una pronuncia erroneamente chiusa.
Suffisso olo/a
Questa terminazione ci dice che nella grande maggioranza dei casi la ⟨o⟩ è aperta. Ha questa pronuncia, infatti, in parole come:
- mentòlo
- pòlo
- usignòlo
Attenzione ad un gruppetto di parole che, nonostante abbiano la stessa terminazione, fanno eccezione e hanno la ⟨o⟩ chiusa:
- sólo
- sóle
- vólo
- góla
- cóla (da colare; la bevanda ha la ⟨o⟩ aperta)
In regioni quali il Piemonte, alcune aree dell’Abruzzo, la Calabria, la Puglia e la Sicilia sono proprio queste eccezioni a non essere pronunciate nella maniera corretta.
Attenzione quindi a chiudere la ⟨o⟩ quando è necessario.
Se vuoi scoprire alcune tra le principali regole della é chiusa, allora potrà interessarti: La é chiusa: regole e variazioni regionali.