Le parole del Natale in dizione
Con in Natale che si avvicina, oggi ci dedichiamo alle parole che evocano il calore e la magia del Natale, concentrandoci sulla corretta articolazione e sui loro accenti in dizione.
In questo articolo ci siamo esercitati sulla pronuncia dei numeri in dizione.
Le parole che evocano il Natale in dizione
- Àlbero – L’accento tonico cade sulla prima “A”. È fondamentale pronunciare questa vocale con apertura, dando risalto al suono iniziale della parola.
- Preʃèpe – L’accento è sulla seconda “E”. La “ʃ” rappresenta una “s” sonora o dolce, simile al suono “sh” in inglese. La “E” accentata deve essere pronunciata con enfasi, ma senza durezza.
- Regàli – L’accento cade sulla “A” della seconda sillaba. È importante dare alla “A” la giusta apertura, enfatizzando l’accento tonico.
- Panettóne – L’accento è sulla “O” della penultima sillaba. Questa “O” deve essere pronunciata in modo rotondo e pieno, mantenendo la ricchezza del suono italiano.
- Bàbbo Natàle – Entrambe le “A” in “Babbo” e “Natale” sono accentate e aperte. La dizione richiede che queste vocali siano espresse con calore, proprio come il personaggio che rappresentano.
- Ѕtélla – L’accento tonico è sulla “E” della prima sillaba. La “E” deve essere pronunciata chiaramente, mantenendo il suono puro e luminoso.
- Lùci – L’accento è sulla “U”, che deve essere pronunciata con un suono profondo e non troppo breve.
- Decoraɀióni – L’accento cade sulla “I” della penultima sillaba. La “ɀ” è una “z” sorda, che deve essere pronunciata con un suono aspro, quasi come un lieve buzz.
- Vigìlia – L’accento è sulla “I” della seconda sillaba. La “I” deve essere nitida e ben definita.
- Natività – L’accento è sulla “A” della penultima sillaba. La “A” deve essere aperta e la “I” che segue deve essere chiara e distinta.
- Néve – L’accento cade sulla “E” aperta. È importante non chiudere il suono, mantenendolo luminoso e cristallino come la neve stessa.
- ʃlitta – La “ʃ” iniziale richiede un suono dolce e continuato. L’accento non è marcato in questa parola, ma la pronuncia fluida è essenziale.
- Rènne – L’accento è sulla prima “E”, che deve essere enfatizzata senza esagerazione.
- ɀampognari – La “ɀ” iniziale è una “z” sorda, seguita da un accento sulla “A” della seconda sillaba. La “ɀ” deve essere pronunciata con energia per riflettere il suono caratteristico dello strumento.
- Àngeli – L’accento cade sulla prima “A”, che deve essere aperta e ben articolata.
- Càlɀe – L’accento è sulla “A” aperta e la “ɀ” è una “z” sorda, che deve essere pronunciata con decisione.
- Pandòro – L’accento è sulla “O” della penultima sillaba. La “O” deve risuonare con chiarezza, come il sapore del dolce stesso.
- Torróne – L’accento cade sulla “O” della penultima sillaba. La “O” deve essere pronunciata in modo pieno e soddisfacente.
- Cenóne – L’accento è sulla “O” della penultima sillaba. Questa “O” deve essere enfatizzata, evocando l’importanza del pasto.
- Brìndiʃi – L’accento tonico è sulla “I” della prima sillaba. La “ʃ” finale deve essere pronunciata con dolcezza, come il suono di un brindisi festoso.
- Magìa – L’accento è sulla “I” della seconda sillaba. La “I” deve essere pronunciata con un senso di meraviglia e incanto.
Qui vi spighiamo come pronunciare correttamente la ‘z’ sorda o aspra.
Ricordate, la chiave per una buona dizione è la pratica costante. Ripetete questi esercizi di dizione, enfatizzando gli accenti e prestando attenzione ai suoni particolari. Il Natale è un momento di gioia e condivisione, e migliorare la nostra dizione può aiutarci a comunicare meglio questa gioia agli altri.
Buone feste e buona dizione a tutti da dizione.it!