Dialetto: espressioni e parole intraducibili in italiano

Ogni regione italiana ha un suo preciso dialetto, che presenta delle espressioni pressoché intraducibili. Addirittura capita che all’interno delle stessa regione, una su tutti la Puglia, ci siano dialetti diversi in base alla zona.
In questo articolo vediamo alcune parole ed espressioni dialettali particolari che rendono perfettamente l’idea di ciò che vogliono esprimere, ma che non hanno una parola corrispondente in italiano.

Borda: espressione toscana, precisamente fiorentina, che può esprimere un senso di stupore, riferirsi alla rapidità con cui qualcosa accade ma che può anche intendersi come “di nuovo”, specialmente se si trova con il rafforzativo ri-borda. Facciamo un esempio:
“Era caduta dalla sedia perché si dondolava, non mi ha ascoltata e riborda, in terra!”

Trammamuro: tra le espressioni intraducibili in italiano dal dialetto abbiamo anche questo termine napoletano che letteralmente si tradurrebbe con “tram a muro”, ma non ha un significato. In realtà, immaginandosi un tram che percorre un muro su e giù potrebbe aiutarci a capire cosa sia il trammammuro: è l’ascensore! La creatività dei dialetti non conosce confini!

Maniman: espressione in dialetto genovese davvero intraducibile in italiano. Non c’è una parola italiana corrispondente, ma potrebbe essere tradotta con “non sia mai che”, anche se risulta piuttosto riduttivo, dicono i genovesi. Spesso viene utilizzato in senso ironico, per esempio:
– “Ha detto Marco che non può aiutarci ad appendere i quadri”
– “Eh, maniman si stanca!” (“Non sia mai che si stanchi!”)

Priscio: andiamo in Puglia per scoprire il significato di questo termine. Se sentiamo che qualcuno a Barletta ha il priscio di qualcosa, significa che ha una voglia mista ad entusiasmo e adrenalina in alcuni casi, rispetto al fare qualcosa.
“Ho il priscio di andare al mare!”
Da non confondere con prescia, che invece significa semplicemente “fretta”

Barlafus: a Milano, se ti dicono che sei un o una barlafus, non ti stanno facendo propriamente un complimento. Questo termine meneghino, infatti, deriva da un attrezzo povero, di poco conto, e si utilizza per riferirsi a qualcosa di poco valore, a cianfrusaglie, oppure a persone poco serie o su cui fare poco affidamento: dei parla parla.

Rebelòt: altro termine lombardo, che non ha una traduzione letterale in italiano, potrebbe ricordare la parola “ribellione” ma si utilizza per intendere confusione, caos.
“Guarda il quel locale non so se riusciamo a entrare, c’è un gran rebelot!” (“c’è grande confusione!”)

Queste sono solo alcune delle parole intraducibili in italiano, ma ci saranno certamente altre parole da scoprire e articoli da pubblicare a riguardo! 😉

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Giulia Gullaci
Giulia Gullaci

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