Il linguaggio influenza il nostro modo di vedere il mondo
Su Dizione.it ribadiamo spesso quanto sia importante padroneggiare al meglio il nostro linguaggio, al fine di ottenere il massimo dai nostri rapporti sociali.
Nelle relazioni personali e sul lavoro, parlare in maniera corretta ci aiuta ad apparire più competenti e interessanti. In questo articolo però, ci soffermiamo sulla stretta relazione tra linguaggio e identità culturale, per vedere come la lingua è in grado di influenzare il nostro modo di vedere il mondo.
Il linguaggio è sempre stato un elemento importante nello studio di ogni popolo. La parola è una porta aperta su cultura e radici, e ancora oggi ci aiuta a riflettere su quelle piccole differenze che fanno parte della nostra storia. Tutti ricorderete ad esempio, il classico studio sugli eschimesi che hanno più parole per definire il concetto di neve, in base a quanto è fresca, all’utilizzo che se ne può fare, ecc.
Per vedere come la lingua influenza il nostro modo di pensare, però non occorre nemmeno andare così lontano. Il modo di descrivere un accaduto accidentale come la rottura di un vaso, è ad esempio differente per un inglese, rispetto a uno spagnolo o un italiano. La lingua inglese tende a implicare sempre la responsabilità di un soggetto, quindi una frase come “il vaso si è rotto” in bocca a un italiano o uno spagnolo, se pronunciata da un inglese diventa facilmente “ho rotto il vaso”, anche se non c’è necessariamente responsabilità. Un inglese potrebbe anche usare una formula tipo “Ho rotto il braccio”. C’è chi pensa che dipenda proprio da questo la rinomata tendenza anglosassone nel punire chi non rispetta la legge, ancora più di chi viene danneggiato.
Come c’è chi dà una spiegazione linguistica anche alla forte attenzione che i cinesi hanno per il risparmio, correlata al fatto che la lingua cinese non prevede un preciso tempo verbale per indicare il futuro. Questo renderebbe il futuro molto più “imminente”, col risultato di accrescere la preoccupazione per il domani.
Per non parlare delle differenze introdotte dal genere grammaticale. Una parola come “luna”, che per un italiano è femminile, per un tedesco è invece grammaticalmente maschile, mentre l’inverso accade per “ponte”. Per noi è una parola maschile, per un tedesco è femminile. In questo modo cambiano anche le qualità che due persone di lingue differenti attribuiscono allo stesso soggetto.
Uno studio, ha rivelato persino che i bambini ebrei si accorgono di essere maschi o femmine, generalmente un anno prima dei bambini finlandesi. Questo perché nel parlare sono abituati ad assegnare un genere praticamente a tutte le parole, al contrario dei finlandesi. Per il turco, il giapponese o il tailandese ad esempio il genere non esiste. Come ci sono culture che non adoperano nemmeno i numeri.
Avete presente un drago? Quello che per noi è uno spaventoso mostro sputafuoco, per un cinese è un simbolo di fortuna e saggezza. Segno che una stessa parola può avere valenza diversa da cultura a cultura.
Tutti questi esempi ci portano al punto di partenza: il linguaggio influenza chiaramente il nostro modo di vedere il mondo, e in certi casi anche la nostra morale e le nostre abitudini.
L’interpretazione di un fatto può essere influenzata dalla nostra lingua, così come il nostro modo di pensare e descrivere un oggetto. Per questo chi si avvicina allo studio delle lingue tende ad avere una mente più aperta e a guardare le cose da più punti di vista.
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Articolo a cura di Vittoria Marchi