Balbuzie ed eco: le pronunce che ingannano
In italiano spesso capita di cadere in inganno con alcune pronunce, uno degli episodi più frequenti si manifesta quando una parola femminile non termina per -a. Due dei casi più diffusi sono quelli relativo alle pronunce di balbuzie ed eco.
Subito salta in mente il dubbio: si dice balbuzie o balbuzia? Essendo un sostantivo di genere femminile la domanda sorge spontanea ma la pronuncia corretta è balbuzie.
Questa parola appartiene al gruppo di parole dall’articolo femminile che terminano con il dittongo -ie, come calvizie, barbarie, specie, serie.
Potrebbe sembrare complicato ricordarsene. Almeno è molto comune che il dubbio sorga a molte persone, ma in realtà il lessico italiano ci viene incontro perché non modifica la desinenza di queste parole declinate al plurale, che rimangono invariate: saranno dunque le balbuzie, le calvizie, le barbarie, le serie. Nello specifico, quest’ultima al plurale potrebbe essere un aggettivo, ma sarebbe derivante dal singolare “seria”.
Un’altra parola che trae in inganno è eco. Il termine deriva dalla mitologia greca, in cui è presente una ninfa chiamata Eco e la sua storia è raccontata all’interno dell’opera Le metamorfosi di Ovidio. Nei panni di nome comune, però, questo sostantivo viene spesso considerato erroneamente maschile, quando in realtà è femminile. Dunque la declinazione corretta con l’articolo indeterminativo sarà un’eco. La faccenda si complica al plurale, però, perché diventa echi, e si declina al maschile. La declinazione corretta sarà quindi gli echi.
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