Mirror speakers: chi riesce a parlare al contrario e perché

Certe volte è complesso anche solo sostenere una semplice conversazione, ma il tutto si complica, se pensiamo di dover “parlare al contrario”. Eppure, esiste una percentuale di persone (nemmeno troppo piccola) in grado di ribaltare qualsiasi frase al rovescio senza difficoltà. I cosiddetti mirror speakers.

Chi possiede questa capacità, solitamente la sviluppa nel corso dell’infanzia. I bambini iniziano a “rovesciare” le parole quasi senza pensarci, come passatempo, convinti che sia una cosa da niente. Anche se in verità, dietro a quest’arte esiste una spiegazione in ambito celebrale.

A spiegare questo fenomeno, ci pensa il neurologo Emilio Renato Cocchi, facendo riferimento a un’alterazione dell’emisfero destro del nostro cervello (quello che si occupa di sopprimere la percezione del contrario). In pratica, ogni stimolo che arriva al nostro cervello, si traduce in due interpretazioni. Una nel verso “giusto” (elaborata dall’emisfero celebrale sinistro, che solitamente ha il controllo sul linguaggio) e una “ribaltata” (elaborata dall’emisfero celebrale destro). Se parliamo dei mirror speakers, è come se il meccanismo di soppressione del contrario, messo in atto dall’emisfero celebrare destro, perdesse la sua consueta intensità.

Non c’è un emisfero celebrale che domina sull’altro, quindi il soggetto è perfettamente in grado di scegliere il “verso” in cui preferisce esprimersi, a suo piacimento e con uguale scioltezza.

Sempre in merito a questo particolare utilizzo dell’emisfero celebrale destro, chi parla al contrario può facilmente avere una buona attitudine per la matematica in senso astratto (elaborare schemi e possedere una discreta visione di insieme), come può anche vantare un forte intuito. Un aspetto negativo, riguarda invece la possibile propensione all’indecisione (proprio perché ogni scelta viene ponderata in base al suo contrario, preso ugualmente in esame).

Restando in ambito psicologico, lo studio del mirror speaking risulta interessante anche per chi si occupa dell’interpretazione dei sentimenti. In particolar modo, di chi esprime sentimenti positivi in maniera negativa.

Mirror speaking: come esercitarsi a parlare al contrario

Ci vuole un po’ di pratica, ma tutti noi possiamo imparare a “parlare al contrario”. Se non siete dei mirror speakers per natura, e volete provare l’ebrezza di confondere i vostri amici pronunciando delle frasi nel senso opposto, vi consigliamo di seguire questi passaggi:

  • Prima di tutto, scegliete una frase (possibilmente semplice e breve), e scrivetela al contrario. Potete scrivere direttamente l’intera frase al contrario (lettera per lettera), oppure concentrarvi su una parola per volta. Almeno per i primi tentativi.

Esempio: La penna si trova sul tavolo (olovat lus is avort annep al) oppure (al annep is avort lus olovat). Procedendo parola per parola, sicuramente la lettura risulta un po’ più semplice. Andando avanti, si diventa sempre più veloci, e si può anche passare a frasi più lunghe e complesse.

  • Dopo esservi esercitati a scrivere la vostra frase al contrario, è il momento di leggerla ad alta voce. Proprio come se si trattasse di parole sensate, mantenendo la giusta inflessione nella voce. Può essere utile registrarsi per poi riascoltarsi (subito o in un secondo momento), per capire se si è in grado di cogliere il senso di ciò che si è detto.
  • Al momento del riascolto, vi verrà sicuramente da ridere. E il divertimento aumenta, se decidete di allenarvi con qualcuno. Potete fare a turno, ascoltando l’altro parlare al contrario, per poi parlare voi stessi. Potete portare avanti delle brevi conversazioni, e allenarvi insieme per superare gli ostacoli fonetici che trovate più dispettosi.

Non scoraggiatevi, se all’inizio vi sembra di non essere portati. Parlare al contrario, non è mica una cosa che fanno tutti. Ci vuole un po’ di pazienza. Con un po’ di allenamento, anche voi potete diventare dei perfetti mirror speakers!

Vittoria Marchi
Vittoria Marchi

Amo le storie. Quelle scritte, messe in scena o raccontate. Mi piace mettere in ordine le parole, e sfogare la mia creatività attraverso la scrittura creativa.

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