Lingua italiana: alcune curiosità

In questo articolo parliamo di alcun curiosità legate alla lingua italiana.

L’italiano è affascinante

La lingua italiana è considerata una delle lingue più attraenti del mondo. Insieme allo spagnolo e al francese, infatti, statisticamente è una lingua che affascina grandemente chi non la parla, perché viene percepita come una poesia continua da chi la ascolta. Dunque è fondamentale parlando bene eh! 😉

L’italiano si studia

Al quarto posto, tra e le lingue più studiate al mondo, abbiamo proprio la lingua nostrana (sarà per il fascino menzionato prima? 🙂 ). Molti dichiarano di studiare la lingua italiana, non tanto per un fattore professionale, come invece accade, ad esempio con il cinese e l’inglese, anche queste fra le lingue più studiate, ma per un puro interesse e passione per il nostro idioma. Molte persone, inoltre, dichiarano che non sia una lingua impossibile a qui approcciarsi, a differenza di altre, dunque questo incentiva molto la voglia di conoscerla e imparare a parlarla.

Il “bravo” utilizzato dagli stranieri

Avete mai fatto caso che gli stranieri, molto spesso inglesi o americani, utilizzano l’espressione “bravo” quando vogliono congratularsi con qualcuno, senza però coniugarlo? Può riferirsi a un maschio, una femmina o a un gruppo di persone, non importante: resta “bravo”! Questo perché è entrato a far parte del giro di esclamazioni come “prosit!” “cheers!” ad esempio, e può essere considerato, all’incirca, sinonimo di “complimenti!”.
P.S: Gli stranieri che sanno l’italiano, però, lo coniugano ;).

Dal latino, sì, ma non da quello classico

Ci sono diversi tipi di latino, quindi da quale ha origine la lingua italiana?
Al liceo si studia il latino classico, quello utilizzato anche dal Vaticano come lingua ufficiale. Ma nelle strade si utilizzava il latino “volgare”, quello parlato dalla gente, dai lavoratori, dai soldati, dalle persone comuni nel quotidiano. L’italiano è la versione moderna del latino volgare (del volgo, appunto). A incentivare l’adozione e la diffusione di una lingua più semplice e più simile per tutti fu Dante, attraverso il suo trattato De vulgari eloquentia, scritto tra il 1303 e il 1305, in latino classico, perché rivolto ai dotti, che voleva convincere, dimostrando, allo stesso tempo, di essere acculturato e a conoscenza della versione accademica della lingua.

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Giulia Gullaci
Giulia Gullaci

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