La S sonora

La s nella fonetica della lingua italiana può essere espressa in modi diversi a seconda della parola in cui si trova, si può definire sorda [s] o sonora [z]. Anche la z possiede questa particolarità. In questo articolo ci concentriamo su quella sonora.
Le particolarità della S sonora
La s sonora, che in fonetica si scrive anche [z], è la s che viene utilizzata per esprimere la consonante in un modo più “dolce” rispetto alla sorda, che invece si usa per un suono più sibilato e deciso.
Per fare alcuni esempi di parole che prevedono la pronuncia di una s sonora abbiamo sbadiglio, sbaglio, sdraio.
Questo tipo di parole non sibila la s ma la lascia uscire in maniera più delicata e dolce. Per spiegare anche in termini scientifici come avviene l’emissione della s sonora, si tratta di un passaggio della sonorità nella laringe, al contrario della s sorda che invece è il risultato di una vibrazione delle corde vocali.
Quando si pronuncia la s sonora:
La s si pronuncia in maniera sonora quando è seguita da un’altra consonante sonora: per esempio sbattere, sdegno, svogliato, snellire, smettere, sgomento.
Si potrebbe pronunciare una s sonora anche quando la troviamo in una posizione intervocalica, ossia quando è tra due vocali: infuso, tredicesimo, musicale, caso.
Ci sono delle eccezioni: casa, riso, naso e asino, infatti, vogliono la s sorda.
Un’altra particolarità della s sonora è che non può essere espressa se la consonante è doppia: in parole dove troviamo due s di seguito, il suono risulterà sempre sordo.
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